CERCA



Formazione

15 SETTEMBRE 2021: PARTE FORMAITALIA

La nota che segue è per tutti gli amici di Studisociali e per tutti gli interessati e appassionati alla grande e cruciale tematica della formazione profonda e integrata delle persone.

°°°°°

Cari amici,

finalmente, dunque, parte Formaitalia, la formazione profonda e integrata per le persone (e per il paese).

Ne avevamo preannunciato l’inizio, volutamente e quasi provocatoriamente, per lo scorso luglio, alla vigilia del periodo delle vacanze,  con sede provvisoria… in un bar, proprio a significare l’assoluta libertà, il massimo decondizionamento, la dominante intenzione di qualità integrale, ma anche la non ulteriore procrastinabilità dell’iniziativa.

Le vicende covid hanno suggerito una piccola dilazione tecnica ma ora la data è fissata definitivamente per il 15 settembre 2021, alle ore 10, in Roma, al numero 51 della via Ostiense, duecento metri dalla stazione Piramide della metropolitana. Questa sede di inizio ci viene offerta dagli amici della Flaei, cui da tempo quasi immemorabile mi legano anche personalmente sensibilità, amicizia e attività di studio e formazione intensamente condivise.  

La domanda di una simile formazione integrata si è fatta sempre più intensa in questi anni, spinta particolarmente da ambiti legati alle iniziative di ripresa di un impegno politico di ispirazione cristiana per il nostro paese, ma anche da numerose persone di diversificati ambiti di impegno civile e sociale, accomunate dall’interesse al tema della crescita personale e comunitaria in chiave di umanesimo integrale.

In avvio, la formula prevede semplicemente un incontro al mese, in data e ora fissa, e della durata di non più di due ore, al massimo tre. Non è una formazione che prevede costi per i partecipanti: come per qualche altra iniziativa in passato (abbiamo utilizzato questa formula per la costituzione del piccolo gruppo di DemocraziaComunitaria) viene chiesto un euro (un euro, alla lettera) come valore simbolico di adesione e consapevolezza, e per rispondere a qualche possibile esigenza minima di materiali da fotocopiare o simili.

La docenza non si limiterà al sottoscritto ma coinvolgerà naturalmente via via esperti in diverse discipline ed approcci, secondo i casi, e valorizzerà esperienze e testimonianze. I tre temi di avvio, corrispondenti ai primi tre incontri, sono comunque:
1.           Prospettive della politica italiana: La dimenticanza più grave quando si parla di Democrazia Cristiana.
2.           Tornare a guidare l’Italia: Formare dirigenti o formare persone?
3.           Economia e lavoro:
Costituzione italiana tradita?

A seguire, i temi verranno via via concertati secondo il criterio dello “scorrimento continuo” in una strategia condivisa e nel quadro di riferimento metodologico che molti amici mi hanno sentito definire spesso come “modello monasteriale”, proposto già in passato anche per la citata e auspicata iniziativa di rinnovamento della politica.

Nella sostanza si tratta certamente di “formazione alta” ma… proprio perché alta essa non avrà nulla da spartire, anzi aborrisce esplicitamente, alti titoli e alti linguaggi, alte sponsorizzazioni e alti atteggiamenti accademici… e simili vuotaggini. E’ formazione alta proprio perché… non va in alto bensì, al contrario, in profondità: costruisce nel profondo delle coscienze per far crescere, integrati, valori e competenze. Per questo il risultato sarà anche “alto”, ma nel senso vero e pregnante. E per questo ogni incontro, pur essendo autonomo e dotato di valore proprio, è anche collegato agli altri dalla strategia della visione generale, che è appunto quella dell’umanesimo personalista e comunitario.
Scusandomi con voi per la relativa lunghezza di questo messaggio, mi permetto infine, per completezza conoscitiva dello spirito con il quale parte e con il quale fin dagli anni scorsi fu pensata l’iniziativa, di riproporvi la piccola sintesi di “filosofia della formazione” che fin dal 2016 era stata predisposta per i numerosi amici con i quali si cercava di porre le basi per la ripresa di un pensiero e di un’azione più specificamente rinnovati per la politica e per la società del nostro paese. Tale sintesi recitava:

“Che idea abbiamo della formazione?
Molto alta.
La formazione infatti è il cammino della persona totale verso il proprio orizzonte infinito, in armonia con la comunità in cui essa vive e cresce.
Tutte le sue potenzialità di sviluppo e miglioramento si mettono in movimento con essa.
E perché formarsi? Perché migliorarsi è vocazione fondativa e irrinunciabile della persona.
E anche perché, se è buona formazione, essa mette insieme armonicamente crescita personale e crescita comunitaria: cioè l’unica crescita che abbia senso compiuto per l’uomo.
L’uomo è infatti, nella sua pienezza, contemporaneamente, “persona e comunità”.
La formazione non è indottrinamento.
Non è semplice aumento di nozioni nel nostro cervello.
Non sono professori che fanno conferenze.
Non sono esami e promozioni o dichiarazioni di idoneità.
Tanto meno sono bocciature.
Queste ultime, quando ci sono, caso mai bocciano la capacità della scuola di essere utile alla crescita delle persone.
La formazione non è un “master” conquistato in una prestigiosa università
Da esibire stupidamente in un curriculum
O da contemplare narcisisticamente incorniciato a una parete
O da esibire allusivamente in un discorso pubblico.
La formazione è il tuo cammino di vita nel miglioramento continuo:
Quel cammino della tua anima e di tutto il tuo essere che non finisce mai
Che non delude mai
Che non inganna mai
Basta che tu sia leale con testesso.
La formazione sei tu sempre più consapevole dei tuoi limiti ma anche delle tue potenzialità
E della loro concretezza
Del tesoro nascosto che possiedi e che… sei un irresponsabile se lo lasci perdere.
La formazione è la tua occasione di tutta la vita:
Qualunque mestiere tu faccia
Basta che faccia il mestiere di esistere
E di essere una persona che si vuol realizzare compiutamente.
Ti trovi a fare la scommessa decisiva della tua vita se ti prendi cura della tua formazione permanente o te ne infischi.
In una comunità che... forse ne è inconsapevole ma si vuol realizzare anch’essa
ed è chiamata a dire a sua volta sì o no a questa sua e tua realizzazione.
Qualunque mestiere tu faccia:
Lavoratore dipendente o disoccupato o studente o imprenditore o anziano in quiescenza o politico o amministratore locale o studioso o libero professionista o sportivo…
Ed a qualunque gradino tu sia in quella idiota e immorale falsificazione di vita che chiamano scala sociale.
In qualunque ambiente tu viva
Da qualunque punto tu parta
sei dunque chiamato a decidere se ti prendi cura della tua crescita permanente
o se ti infischi del destino della tua vita.
Anche la formazione politica rientra pienamente in questi criteri e risponde a queste esigenze.
Formarsi in politica, in particolare,
non significa imparare a far comizi efficaci turlupinando la gente
Né apprendere a creare manifesti elettorali più brillanti di quelli dell’avversario di turno
E neanche trovare la battuta efficace per controbattere l’ultima berlusconata.
Formarsi in politica
Se davvero hai valori di ispirazione cristiana o comunque umanistica
Significa imparare ogni giorno a capire più profondamente te stesso e contemporaneamente gli altri
A vedere di te stesso e degli altri un futuro lungo e non solo dieci centimetri dal tuo naso
A saper affrontare tutti i problemi anche sbagliando, ma riconoscendo gli errori e migliorando sempre
Ad acquisire competenze crescenti nelle materie che hai scelto come tua specializzazione
Senza mai trascurare il miglioramento delle tue conoscenze più generali
E contemporaneamente a consolidare valori più alti per testimoniarli più fortemente
Mettendo tutto ciò a disposizione attiva della tua comunità
Oltre che di testesso.
La formazione usa anche le aule ma se occorre sa farne a meno.
La formazione, se è davvero buona, deve costare pochi soldi e molta costanza di impegno
Deve chiedere l’aiuto di pochi professori e di molti maestri di vita
Deve mettere insieme teoria e pratica
Perché la teoria senza la pratica è priva di vita
Ma anche la pratica senza la teoria è un cammino a rischio di dispersione.
Per tutto questo la formazione non ha età
Né cariche sociali né gerarchie che esentino da essa
Né sapienti che possano farne a meno
Né arrivati che non ne abbiano più bisogno.
Beh… vi interessa?
Se sì, siete sulla strada giusta.
Se no, riflettete sui pericoli della vostra situazione.
Qualunque cosa pensiate,
la nostra formazione sarà così
o non sarà per nulla, perché, diversa da così, non vale la pena farne.
Perché solo così essa ha un senso di bene
Per noi stessi, per le speranze del nostro paese e anche oltre il nostro paese.
Un sogno?
Se volete, sì: un sogno. E che c’è di più concreto e utile di un sogno di bene, per migliorare davvero la realtà?
In fondo, alla chetichella, abbiamo già cominciato da molto a tastare il terreno:
ci siamo visti con tanti di voi, in diverse occasioni
giusto per cominciare a immaginarla, questa formazione
giusto per cominciare a dirci che puntiamo in alto
puntiamo alla nostra persona totale da sviluppare
ed alla nostra comunità senza esclusioni
per migliorarle davvero entrambe e senza confini”.
(Giuseppe Ecca, giugno 2016)
°°°°°
 
Ebbene, cari amici: chi di voi è interessato a vivere con noi questa esperienza può semplicemente scrivere per posta elettronica all’indirizzo giuseppe.ecca@gmail.com., o contattare il sottoscritto per telefono o secondo gli altri canali consuetamente utilizzati fra noi (compreso Feisbuc): ma sarà mia cura fornirvi in tempi rapidi e comunque fin dal primo incontro anche altri semplici riferimenti, ora in via di definizione.
A tutti voi un caro saluto.
                                                                                                                                     Giuseppe Ecca
Roma, agosto 2021
°°°°°
MM

Formazione

CIRCOLODELMEGLIO: RIPRENDE LA FORMAZIONE. ALTA, INTEGRATA

 
Con la fine del prossimo mese di settembre si riavvieranno gradualmente le attività formative del Circolodelmeglio, e in particolare i corsi. Riprende dunque il nostro cammino per la missione del miglioramento continuo delle persone, del resto mai del tutto interrotto.
 
Come abbiamo già in passato spiegato, quello di Studisociali è un laboratorio che può chiamarsi anche scuola ma che in sostanza resta, alla lettera, un “circolodelmeglio”, cioè una comunità circolare che fa ricerca, ascolto, apprendimento, insomma formazione, nello spirito del “miglioramento continuo e integrale” di conoscenze, competenze e valori. Che è anche il nostro concetto di cultura.
 
Non dà spazio ai professori con la puzza sotto il naso, a meno che vogliano convertirsi a essere umili e forti testimoni di vita, anch’essi in ricerca, cioè maestri di vita in senso autentico; non dà spazio ai sapienti che pensano di non aver più nulla da imparare, a meno che depongano la loro sapienza per cominciare da capo a dubitare e cercare con onestà; non dà spazio ai primi né agli ultimi della classe ma semplicemente a tutte le persone di buona volontà che vogliono continuare a scrutare l’importanza e la bellezza sconfinate della vita, del suo mistero, dello “scoprir conoscenza, competenza e sapienza”.
 
Un laboratorio di cultura e di vita, come in realtà dovrebbe essere ogni scuola vera, che non si lascia distrarre da un orizzonte solo generalista, ma non si lascia mai neanche obnubilare dalla pericolosa idea che possa esserci valore autentico nella sola specializzazione o nel mero tecnicismo: il quale, se è appunto solo, depriva la persona di autentica grandezza ed adeguatezza, in quanto la vita umana è per sua natura integrata, totale e complessa.
 
Direte che paroloni come questi preannunciano chissà quali materie sofisticate con chissà quali titoli astrusi e metodologie intorcinate, come piace ai professori: invece è proprio la vita quotidiana a interessarci, con i suoi interminabili quesiti, e il suo metodo, e i suoi orizzonti; ma nella loro interezza, andando in consapevolezza integrale e in profondità su tutti i loro aspetti.
 
La nuova stagione di esplorazione si svilupperà secondo itinerari tematici in parte già sperimentati e in parte nuovi, cominciando dalle loro radici ma mantenendo sempre aperte anche le prospettive: dal mondo del lavoro e del sindacalismo (il lavoro è elemento fondativo della dignità umana) alle istituzioni della democrazia ed ai partiti politici, dalla comunicazione (giornalistica, di marketing, verbale, scritta, implicita, formale, informale, d’impresa, di organizzazione, con le loro tecniche e le loro politiche) ai sistemi ed alle tecniche formative lungo tutto l’arco della vita compresa la preziosissima anzianità, dalla organizzazione d’impresa alla gestione delle persone, dalla dottrina sociale della Chiesa alle tecniche di negoziazione e alla gestione dei gruppi e dei  conflitti, alla rilettura critica dei grandi capolavori della letteratura mondiale, conosciuti e sconosciuti, alle prospettive di scienza e tecnologia…
 
Gli itinerari si articoleranno, operativamente, non perdendo mai di vista le esigenze specifiche e personali degli interessati. Quindi con flessibilità e con metodo attivo, dialogato e circolare. Itinerari annuali con incontri settimanali, corsi mensili o settimanali con incontri quotidiani, semplici giornate di “caffè formativo”, e simili, appunto secondo esigenze. Senza escludere incontri con testimoni ed esperienze specifiche di settore.  Cominceremo quasi certamente con l’itinerario dedicato a Storia e prospettive del sindacalismo e del lavoro in Italia e nel mondo. Ne riparleremo a breve entrando nei dettagli.  
                                                                                                                                           
                                                                                                                                ​(Giuseppe Ecca)

 
 
°°°°°
MM

 
 

Formazione

2019: SI COMINCIA CON IL SINDACALISMO

Presentando, a suo tempo, il sito “studisociali.org”, si diceva fra l’altro che “l’impegno formativo è parte integrante della ispirazione originaria di Studisociali. Le sue iniziative vengono proposte sia in forma di corsi sia in forma di singoli incontri, di gruppo o individuali…”.
 
E si aggiungeva che “quella di Studisociali è una formazione concepita sempre in senso integrale, vale a dire come formazione della personalità compiuta”, tanto che i temi trattati riguardino competenze tecniche quanto che attengano a mondi valoriali: si parte comunque dalla “formazione della coscienza” e si prosegue nella direzione specifica prescelta, ma sempre nell’alveo della grande avventura umana che rende la vita della singola persona e della comunità migliore in senso totale qualunque sia la materia particolare che si approfondisce.
 
Ebbene, fin dal primo corso del 2019 verrà rispettato e valorizzato tale approccio. Esso affronterà la grande tematica del sindacalismo in Italia e nel mondo. Si ripercorrerà la storia del movimento sindacale in Italia ma anche in Inghilterra, Francia, Stati Uniti, Germania, Paesi Nordici, e in altre esperienze significative del mondo. Le sue vicende, i suoi uomini, le tecniche, i metodi organizzativi, gli errori e i successi, l’evoluzione e i pericoli, i collegamenti internazionali.
 
Ma perché vale la pena occuparsene? Perché si tratta, sostanzialmente, della dimensione fondativa del lavoro nella vita umana: il lavoro è dignità biblica” dell’uomo, fondamento insostituibile della piena realizzazione individuale e sociale della persona in qualunque tipo di società.
 
Occorre conoscere la storia del lavoro per conoscere la storia umana, occorre conoscere la storia del movimento sindacale (in senso lato) per conoscere la storia del lavoro.
 
Libri e università raccontano diffusamente, fra l’altro, che il movimento sindacale ebbe origine in Inghilterra, intorno alla fine del 1.600, con la nascita del macchinismo e delle prime manifatture. E’ una visione vera ma solo in parte, è imperfetta, scolastica, semplificata, addirittura impropria. Racconteremo invece di come una idea di autotutela del lavoro, anche collettiva, pressoché una idea sindacale, è esistita, ad esempio, anche nell’antica Roma. Ed è importante raccontarlo perché… guai a chiudere la storia del sindacalismo nella più recente fase della storia economica e sociale, quella dell’economia industriale: come troppo spesso e dannosamente si fa. A suo modo, diversamente in ogni epoca, il sindacalismo è di sempre.
 
Insomma: oggi conosciamo benissimo, e dobbiamo conoscere, le impostazioni universitarie ed i libri in circolazione sulla materia, ma dobbiamo saper andare oltre. Andare verso la “storia totale” dell’uomo, anche nel campo del lavoro. Perché è l’unica storia che abbia veramente senso compiuto, per l’uomo, per la sua civiltà e per le sue prospettive. L’uomo è infatti persona integrale, non insieme di spezzoni scoordinati o casuali o settoriali nella vicenda esistenziale dell’individuo.
 
Ed è storia che va conosciuta, come accennavamo, a livello mondiale, non solo italiano: perché il mondo è stato in passato, ed è sempre più, integrato quanto ai problemi essenziali da affrontare. In fondo (e ancora una volta si dimentica troppo spesso, o si sottovaluta) una “globalizzazione” operava anche nel mondo greco-romano.
 

A livello mondiale, dunque: anche se l’Italia mantiene un posto privilegiato nei nostri approfondimenti, oltre che nel nostro cuore e nella nostra vita concreta: del resto l’Italia resta oggettivamente al centro della civiltà mondiale che cammina, con i suoi valori ed i suoi difetti.
 
Ma, attenzione: il sindacalismo non è semplicemente “storia”: è anche vicenda attuale, movimento in atto, che esige comprensione e visione approfondite, e, nella misura del possibile, anche incontri personali con le realtà concrete e con i protagonisti nei quali si incarna. Perché anche il mondo del sindacalismo è, in fondo, un mondo e una storia di persone concrete, diverse e complesse. Ogni giorno.
 
Come opera dunque il sindacalismo italiano di oggi? E quello estero? Quali ne sono i punti di forza e i punti di debolezza? Quali le prospettive possibili? Qual è il senso profondo della esperienza sindacale ai fini della crescita del bene comune nella società attuale? Vale la pena dunque fare i sindacalisti? Una vocazione profonda per una missione ancora incompiuta, incompiuta da sempre, ma da sempre fondamentale per la civiltà umana.
 
 
°°°°°